Qualità delle Acque
destinate al consumo umano
DECRETO
LEGISLATIVO 2 febbraio 2001, n. 31
Attuazione
della direttiva 98/83/CE
relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano
(G.U.
n. 52, 3 marzo 2001, Supplemento Ordinario 41)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli artt. 76 e 87 della Costituzione;
Vista la direttiva 98/83/CE del Consiglio, del 3 novembre 1998 concernente la
qualità delle acque destinate al consumo umano;
Vista la legge 21 dicembre 1999, n. 526, recante "Disposizioni per
l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità
europee" (legge comunitaria 1999), e in particolare, gli artt. 1 e 2 e
l'allegato A;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 236;
Visto il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, e successive modifiche;
Vista la deliberazione preliminare del Consiglio dei ministri, adottata nella
riunione del 26 gennaio 2001;
Sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome di Trento e Bolzano, unificata, per le materie ed i compiti di
interesse comune delle regioni, delle province e dei comuni, con la Conferenza
Stato-città ed autonomie locali;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 2
febbraio 2001;
Sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro della
sanità, di concerto con i Ministri degli affari esteri, della giustizia, del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica, dei lavori pubblici,
dell'industria, del commercio e dell'artigianato e del commercio con l'estero,
delle politiche agricole e forestali, dell'ambiente e per gli affari regionali;
Emana
il seguente decreto legislativo:
Art.
1 (Finalità)
1.
Il presente decreto disciplina la qualità delle acque destinate al consumo
umano al fine di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti
dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia.
Art.
2 (Definizioni)
1.
Ai fini del presente decreto, si intende per:
a)
"acque destinate al consumo umano":
1)
le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione
di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine,
siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in
bottiglie o in contenitori;
2) le acque utilizzate in un'impresa alimentare per la fabbricazione, il
trattamento, la conservazione o l'immissione sul mercato di prodotti o di
sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate ai sensi
dell'art. 11, comma 1, lett. e), la cui qualità non può avere conseguenze
sulla salubrità del prodotto alimentare finale;
b)
"impianto di distribuzione domestico": le condutture, i raccordi, le
apparecchiature installati tra i rubinetti normalmente utilizzati per
l'erogazione dell'acqua destinata al consumo umano e la rete di distribuzione
esterna. La delimitazione tra impianto di distribuzione domestico e rete di
distribuzione esterna, di seguito denominata punto di consegna, è costituita
dal contatore, salva diversa indicazione del contratto di somministrazione;
c)
"gestore": il gestore del servizio idrico integrato, così come
definito dall'art. 2, comma 1, lett. o-bis), del decreto legislativo 11 maggio
1999, n. 152, e successive modifiche;
d)
"autorità d'ambito": la forma di cooperazione tra comuni e province
ai sensi dell'art. 9, comma 2, della legge 5 gennaio 1994, n. 36, e, fino alla
piena operatività del servizio idrico integrato, l'amministrazione pubblica
titolare del servizio".
1.
La presente normativa non si applica:
a) alle acque minerali naturali e medicinali riconosciute;
b) alle acque destinate esclusivamente a quegli usi per i quali la qualità
delle stesse non ha ripercussioni, dirette od indirette, sulla salute dei
consumatori interessati, individuate con decreto del Ministro della sanità, di
concerto con i Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato,
dell'ambiente, dei lavori pubblici e delle politiche agricole e forestali.
1.
Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite.
2. Al fine di cui al comma 1, le acque destinate al consumo umano:
a) non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in
quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la
salute umana;
b) fatto salvo quanto previsto dagli artt. 13 e 16, devono soddisfare i
requisiti minimi di cui alle parti A e B dell'allegato I;
c) devono essere conformi a quanto previsto nei provvedimenti adottati ai sensi
dell'art. 14, comma 1.
3. L'applicazione delle disposizioni del presente decreto non può avere
l'effetto di consentire un deterioramento del livello esistente della qualità
delle acque destinate al consumo umano tale da avere ripercussioni sulla tutela
della salute umana, né l'aumento dell'inquinamento delle acque destinate alla
produzione di acqua potabile.
Art.
5 (Punti
di rispetto della conformità)
1.
I valori di parametro fissati nell'allegato I devono essere rispettate nei
seguenti punti:
a) per le acque fornite attraverso una rete di distribuzione, nel punto in cui
queste fuoriescono dai rubinetti utilizzati per il consumo umano;
b) per le acque fornite da una cisterna, nel punto in cui fuoriescono dalla
cisterna;
c) per le acque confezionate in bottiglie o contenitori, rese disponibili per il
consumo umano, nel punto in cui sono imbottigliate o introdotte nei contenitori;
d) per le acque utilizzate nelle imprese alimentari, nel punto in cui sono
utilizzate nell'impresa.
2. Nell'ipotesi di cui al comma 1, lett. a), il gestore si considera aver
adempiuto agli obblighi di cui al presente decreto quando i valori di parametro
fissati nell'allegato I sono rispettati nel punto di consegna, indicato all'art.
2, comma 1, lett. b). Per gli edifici e le strutture in cui l'acqua è fornita
al pubblico, il titolare ed il gestore dell'edificio o della struttura devono
assicurare che i valori di parametro fissati nell'allegato I, rispettati nel
punto di consegna, siano mantenuti nel punto in cui l'acqua fuoriesce dal
rubinetto.
3. Qualora sussista il rischio che le acque di cui al comma 1, lett. a), pur
essendo nel punto di consegna rispondenti ai valori di parametro fissati
nell'allegato I, non siano conformi a tali valori al rubinetto, le aziende unità
sanitarie locali, anche in collaborazione con l'autorità d'ambito e con il
gestore, dispongono che:
a) siano prese misure appropriate per eliminare il rischio che le acque non
rispettino i valori di parametro dopo la fornitura;
b) i consumatori interessati siano debitamente informati e consigliati sugli
eventuali provvedimenti e sui comportamenti da adottare.
Art.
6 (Controlli)
1.
I controlli interni ed esterni di cui agli artt. 7 e 8 intesi a garantire che le
acque destinate al consumo umano soddisfino, nei punti indicati nell'art. 5,
comma 1, i requisiti del presente decreto, devono essere effettuati:
a) ai punti di prelievo delle acque superficiali e sotterranee da destinare al
consumo umano;
b) agli impianti di adduzione, di accumulo e di potabilizzazione;
c) alle reti di distribuzione;
d) agli impianti di confezionamento di acqua in bottiglia o in contenitori;
e) sulle acque confezionate;
f) sulle acque utilizzate nelle imprese alimentari;
g) sulle acque fornite mediante cisterna, fissa o mobile.
2. Per le acque destinate al consumo umano fornite mediante cisterna i controlli
di cui al comma 1 devono essere estesi anche all'idoneità del mezzo di
trasporto.
3. Nei casi in cui la disinfezione rientra nel processo di preparazione o di
distribuzione delle acque destinate al consumo umano, i controlli di cui al
comma 1 verificano l'efficacia della disinfezione e accertano che la
contaminazione da presenza di sottoprodotti di disinfezione sia mantenuta al
livello più basso possibile senza compromettere la disinfezione stessa.
4. In sede di controllo debbono essere utilizzate, per le analisi dei parametri
dell'allegato I, le specifiche indicate dall'allegato III.
5. I laboratori di analisi di cui agli artt. 7 e 8 devono seguire procedure di
controllo analitico della qualità sottoposte periodicamente al controllo del
Ministero della sanità, in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità.
Il controllo è svolto nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio.
Art.
7 (Controlli
interni)
1.
Sono controlli interni i controlli effettuati dal gestore del servizio idrico
integrato per la verifica della qualità dell'acqua destinata al consumo umano.
2. I punti di prelievo dei controlli interni possono essere concordati con
l'azienda unità sanitaria locale.
3. Per l'effettuazione dei controlli il gestore del servizio idrico integrato si
avvale di laboratori di analisi interni, ovvero stipula apposita convenzione con
altri gestori di servizi idrici.
4. I risultati dei controlli devono essere conservati per un periodo di almeno
cinque anni per l'eventuale consultazione da parte dell'amministrazione che
effettua i controlli esterni.
5. I controlli di cui al presente articolo non possono essere effettuati dai
laboratori di analisi di cui all'art. 8, comma 7.
Art.
8 (Controlli
esterni)
1.
I controlli esterni sono quelli svolti dall'azienda unità sanitaria locale
territorialmente competente, per verificare che le acque destinate al consumo
umano soddisfino i requisiti del presente decreto, sulla base di programmi
elaborati secondo i criteri generali dettati dalle regioni in ordine
all'ispezione degli impianti, alla fissazione dei punti di prelievo dei campioni
da analizzare, anche con riferimento agli impianti di distribuzione domestici, e
alle frequenze dei campionamenti, intesi a garantire la significativa
rappresentatività della qualità delle acque distribuite durante l'anno, nel
rispetto di quanto stabilito dall'allegato II.
2. Per quanto concerne i controlli di cui all'art. 6, comma 1, lett. a),
l'azienda unità sanitaria locale tiene conto dei risultati del rilevamento
dello stato di qualità dei corpi idrici effettuato nell'ambito dei piani di
tutela delle acque di cui all'art. 43 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n.
152, e successive modificazioni, e, in particolare per le acque superficiali
destinate alla produzione di acqua potabile, dei risultati della classificazione
e del monitoraggio effettuati secondo le modalità previste nell'allegato 2,
sezione A, del citato decreto legislativo n. 152/1999.
3. L'azienda unità sanitaria locale assicura una ricerca supplementare, caso
per caso, delle sostanze e dei microrganismi per i quali non sono stati fissati
valori di parametro a norma dell'allegato I, qualora vi sia motivo di
sospettarne la presenza in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un
potenziale pericolo per la salute umana. La ricerca dei parametri supplementari
è effettuata con metodiche predisposte dall'Istituto superiore di sanità.
4. Ove gli impianti di acquedotto ricadano nell'area di competenza territoriale
di più aziende unità sanitarie locali la regione può individuare l'azienda
alla quale attribuire la competenza in materia di controlli.
5. Per gli acquedotti interregionali l'Organo sanitario di controllo è
individuato d'intesa fra le regioni interessate.
6. L'azienda Unità sanitaria locale comunica i punti di prelievo fissati per il
controllo, le frequenze dei campionamenti e gli eventuali aggiornamenti alla
competente regione o provincia autonoma ed al Ministero della sanità entro il
31 dicembre 2001 e trasmette gli eventuali aggiornamenti entro trenta giorni
dalle variazioni apportate.
7. Per le attività di laboratorio le aziende unità sanitarie locali si
avvalgono delle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, ai sensi
dell'art. 7 quinquies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e
successive modificazioni. I risultati delle analisi eseguite sono trasmessi
mensilmente alle competenti regioni o province autonome ed al Ministero della
sanità, secondo le modalità stabilite rispettivamente dalle regioni o province
autonome e dal Ministero della sanità.
Art.
9 (Garanzia
di qualità del trattamento, delle attrezzature e dei materiali)
1.
Nessuna sostanza o materiale utilizzati per i nuovi impianti o per l'adeguamento
di quelli esistenti, per la preparazione o la distribuzione delle acque
destinate al consumo umano, o impurezze associate a tali sostanze o materiali,
deve essere presente in acque destinate al consumo umano in concentrazioni
superiori a quelle consentite per il fine per cui sono impiegati e non debbono
ridurre, direttamente o indirettamente, la tutela della salute umana prevista
dal presente decreto.
2. Con decreto del Ministro della sanità, da emanare di concerto con i Ministri
dell'industria, del commercio e dell'artigianato e dell'ambiente, sono adottate
le prescrizioni tecniche necessarie ai fini dell'osservanza di quanto disposto
dal comma 1.
Art.
10 (Provvedimenti
e limitazioni dell'uso)
1.
Fatto salvo quanto disposto dagli artt. 13, 14 e 16, nel caso in cui le acque
destinate al consumo umano non corrispondano ai valori di parametro fissati a
norma dell'allegato I, l'autorità d'ambito, d'intesa con l'azienda unità
sanitaria locale interessata e con il gestore, individuate tempestivamente le
cause della non conformità, indica i provvedimenti necessari per ripristinare
la qualità, dando priorità alle misure di esecuzione, tenuto conto dell'entità
del superamento del valore di parametro pertinente e del potenziale pericolo per
la salute umana.
2. Sia che si verifichi, sia che non si verifichi un superamento dei valori di
parametro, qualora la fornitura di acque destinate al consumo umano rappresenti
un potenziale pericolo per la salute umana, l'azienda unità sanitaria locale
informa l'autorità d'ambito, affinché la fornitura sia vietata o sia limitato
l'uso delle acque ovvero siano adottati altri idonei provvedimenti a tutela
della salute, tenendo conto dei rischi per la salute umana che sarebbero
provocati da un'interruzione dell'approvvigionamento o da un uso limitato delle
acque destinate al consumo umano.
3. Le autorità competenti informano i consumatori in ordine ai provvedimenti
adottati.
Art.
11 (Competenze
statali)
1.
Sono di competenza statale le funzioni concernenti:
a) le modifiche degli allegati I, II e III, in relazione all'evoluzione delle
conoscenze tecnico-scientifiche o in esecuzione di disposizioni adottate in
materia in sede comunitaria;
b) la fissazione di valori per parametri aggiuntivi non riportati nell'allegato
I qualora ciò sia necessario per tutelare la salute umana in una parte od in
tutto il territorio nazionale; i valori fissati devono, al minimo, soddisfare i
requisiti di cui all'art. 4, comma 2, lett. a);
c) l'adozione di metodi analitici diversi da quelli indicati nell'allegato III,
punto 1, previa verifica, da parte dell'Istituto superiore di sanità, che i
risultati ottenuti siano affidabili almeno quanto quelli ottenuti con i metodi
specificati; di tale riconoscimento deve esserne data completa informazione alla
Commissione europea;
d) l'adozione, previa predisposizione da parte dell'Istituto superiore di sanità,
dei metodi analitici di riferimento da utilizzare per i parametri elencati
nell'allegato III, punti 2 e 3, nel rispetto dei requisiti di cui allo stesso
allegato;
e) l'individuazione di acque utilizzate in imprese alimentari la cui qualità
non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale;
f) l'adozione di norme tecniche per la potabilizzazione e la disinfezione delle
acque;
g) l'adozione di norme tecniche per la installazione degli impianti di
acquedotto, nonchè per lo scavo, la perforazione, la trivellazione, la
manutenzione, la chiusura e la riapertura deinei pubblici esercizi;
l) l'adozione di prescrizioni tecniche concernenti il trasporto di acqua
destinata al consumo umano.
2. Le funzioni di cui al comma 1, lett. a), b), c), d), e), f), h), i), l), sono
esercitate dal Ministero della sanità, di concerto con il Ministero
dell'ambiente, per quanto concerne le competenze di cui alle lett. a) e b);
sentiti i Ministeri dell'ambiente e dei lavori pubblici, per quanto concerne la
competenza di cui alla lett. f); di concerto con il Ministero dei trasporti e
della navigazione per quanto concerne la competenza di cui alla lett. l). Le
funzioni di cui al comma 1, lett. g), sono esercitate dal Ministero dei lavori
pubblici, di concerto con i Ministeri della sanità e dell'ambiente, sentiti i
Ministeri dell'industria, del commercio e dell'artigianato e delle politiche
agricole e forestali.
3. Gli oneri economici connessi all'eventuale attività di sostituzione
esercitata, ai sensi dell'art. 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112,
in relazione alle funzioni e ai compiti spettanti a norma del presente decreto
alle regioni e agli enti locali, sono posti a carico dell'ente inadempiente.
Art.
12 (Competenze
delle regioni o province autonome)
1.
Alle regioni e alle province autonome compete quanto segue:
a) previsione di misure atte a rendere possibile un approvvigionamento idrico di
emergenza per fornire acqua potabile rispondente ai requisiti previsti
dall'allegato I, per la quantità ed il periodo minimi necessari a far fronte a
contingenti esigenze locali;
b) esercizio dei poteri sostitutivi in casi di inerzia delle autorità locali
competenti nell'adozione dei provvedimenti necessari alla tutela della salute
umana nel settore dell'approvvigionamento idrico-potabile;
c) concessione delle deroghe ai valori di parametro fissati all'allegato I,
parte B, o fissati ai sensi dell'art. 11, comma 1, lett. b), e gli ulteriori
adempimenti di cui all'art. 13;
d) adempimenti relativi all'inosservanza dei valori di parametro o delle
specifiche contenute nell'allegato I, parte C, di cui all'art. 14;
e) adempimenti relativi ai casi eccezionali per i quali è necessaria
particolare richiesta di proroga di cui all'art. 16;
f) adozione di piani di intervento per il miglioramento della qualità delle
acque destinate al consumano umano;
g) definizione delle competenze delle aziende unità sanitarie locali.
Art.
13 (Deroghe)
1.
La regione o provincia autonoma può stabilire deroghe ai valori di parametro
fissati nell'allegato I, parte B, o fissati ai sensi dell'art. 11, comma 1,
lett. b), entro i valori massimi ammissibili stabiliti dal Ministero della sanità
con decreto da adottare di concerto con il Ministero dell'ambiente, purchè
nessuna deroga presenti potenziale pericolo per la salute umana e semprechè
l'approvvigionamento di acque destinate al consumo umano conformi ai valori di
parametro non possa essere assicurato con nessun altro mezzo congruo.
2. Il valore massimo ammissibile di cui al comma 1 è fissato su motivata
richiesta della regione o provincia autonoma, corredata dalle seguenti
informazioni:
a) motivi della richiesta di deroga con indicazione della causa del degrado
della risorsa idrica;
b) i parametri interessati, i risultati dei controlli effettuati negli ultimi
tre anni, il valore massimo ammissibile proposto e la durata necessaria di
deroga;
c) l'area geografica, la quantità di acqua fornita ogni giorno, la popolazione
interessata e gli eventuali effetti sulle industrie alimentari interessate;
d) un opportuno programma di controllo che preveda, se necessario, una maggiore
frequenza dei controlli rispetto a quelli minimi previsti;
e) il piano relativo alla necessaria azione correttiva, compreso un calendario
dei lavori, una stima dei costi, la relativa copertura finanziaria e le
disposizioni per il riesame.
3. Le deroghe devono avere la durata più breve possibile, comunque non
superiore ad un periodo di tre anni. Sei mesi prima della scadenza di tale
periodo, la regione o la provincia autonoma trasmette al Ministero della sanità
una circostanziata relazione sui risultati conseguiti, ai sensi di quanto
disposto al comma 2, nel periodo di deroga, in ordine alla qualità delle acque,
comunicando e documentando altresì l'eventuale necessità di un ulteriore
periodo di deroga.
4. Il Ministero della sanità con decreto da adottare di concerto con il
Ministero dell'ambiente, valutata la documentazione pervenuta, stabilisce un
valore massimo ammissibile per l'ulteriore periodo di deroga che potrà essere
concesso dalla regione. Tale periodo non dovrà, comunque, avere durata
superiore ai tre anni.
5. Sei mesi prima della scadenza dell'ulteriore periodo di deroga, la regione o
provincia autonoma trasmette al Ministero della sanità un'aggiornata e
circostanziata relazione sui risultati conseguiti. Qualora, per circostanze
eccezionali, non sia stato possibile dare completa attuazione ai provvedimenti
necessari per ripristinare la qualità dell'acqua, la regione o la provincia
autonoma documentata adeguatamente la necessità di un ulteriore periodo di
deroga.
6. Il Ministero della sanità con decreto di concerto con il Ministero
dell'ambiente, valutata la documentazione pervenuta, previa acquisizione del
parere favorevole della Commissione europea, stabilisce un valore massimo
ammissibile per l'ulteriore periodo di deroga che non deve essere superiore a
tre anni.
7. Tutti i provvedimenti di deroga devono riportare quanto segue:
a) i motivi della deroga;
b) i parametri interessati, i risultati del precedente controllo pertinente ed
il valore massimo ammissibile per la deroga per ogni parametro;
c) l'area geografica, la quantità di acqua fornita ogni giorno, la popolazione
interessata e gli eventuali effetti sulle industrie alimentari interessate;
d) un opportuno programma di controllo che preveda, se necessario, una maggiore
frequenza dei controlli;
e) una sintesi del piano relativo alla necessaria azione correttiva, compreso un
calendario dei lavori, una stima dei costi, la relativa copertura finanziaria e
le disposizioni per il riesame;
f) la durata della deroga.
8. I provvedimenti di deroga debbono essere trasmessi al Ministero della sanità
ed al Ministero dell'ambiente entro e non oltre quindici giorni dalla loro
adozione.
9. In deroga a quanto disposto dai commi da 1 a 8, se la regione o la provincia
autonoma ritiene che l'inosservanza del valore di parametro sia trascurabile e
se l'azione correttiva intrapresa a norma dell'art. 10, comma 1, è sufficiente
a risolvere il problema entro un periodo massimo di trenta giorni, fissa il
valore massimo ammissibile per il parametro interessato e stabilisce il periodo
necessario per ripristinare la conformità ai valori di parametro. La regione o
la provincia autonoma trasmette al Ministero della sanità, entro il mese di
gennaio di ciascun anno, gli eventuali provvedimenti adottati ai sensi del
presente comma.
10. Il ricorso alla procedura di cui al comma 9 non è consentito se
l'inosservanza di uno stesso valore di parametro per un determinato
approvvigionamento d'acqua si è verificata per oltre trenta giorni complessivi
nel corso dei dodici mesi precedenti.
11. La regione o provincia autonoma che si avvale delle deroghe di cui al
presente articolo provvede affinchè la popolazione interessata sia
tempestivamente e adeguatamente informata delle deroghe applicate e delle
condizioni che le disciplinano. Ove occorra, la regione o provincia autonoma
provvede inoltre a fornire raccomandazioni a gruppi specifici di popolazione per
i quali la deroga possa costituire un rischio particolare. Le informazioni e
raccomandazioni fornite alla popolazione fanno parte integrante del
provvedimento di deroga. Gli obblighi di cui al presente comma sono osservati
anche nei casi di cui al comma 9, qualora la regione o la provincia autonoma lo
ritenga opportuno.
12. La regione o la provincia autonoma tiene conto delle deroghe adottate a
norma del presente articolo ai fini della redazione dei piani di tutela delle
acque di cui agli artt. 42 e seguenti del decreto legislativo n. 152/1999 e
successive modifiche.
13. Il Ministero della sanità, entro due mesi dalla loro adozione, comunica
alla Commissione europea i provvedimenti di deroga adottati ai sensi del
presente articolo e, nei casi di cui ai commi 3 e 4, i risultati conseguiti nei
periodi di deroga.
14. Il presente articolo non si applica alle acque confezionate in bottiglie o
contenitori, rese disponibili per il consumo umano.
Art.
14 (Conformità
ai parametri indicatori)
1.
In caso di non conformità ai valori di parametro o alle specifiche di cui alla
parte C dell'allegato I, l'autorità d'ambito, sentito il parere dell'azienda
unità sanitaria locale in merito al possibile rischio per la salute umana
derivante dalla non conformità ai valori di parametro o alle specifiche
predetti, dispone che vengano presi provvedimenti intesi a ripristinare la
qualità delle acque ove ciò sia necessario per tutelare la salute umana.
2. Entro il 31 gennaio di ciascun anno, la regione o la provincia autonoma
comunica al Ministero della sanità e dell'ambiente le seguenti informazioni
relative ai casi di non conformità riscontrati nell'anno precedente:
a) il parametro interessato ed il relativo valore, i risultati dei controlli
effettuati nel corso degli ultimi dodici mesi, la durata delle situazioni di non
conformità;
b) l'area geografica, la quantità di acqua fornita ogni giorno, la popolazione
coinvolta e gli eventuali effetti sulle industrie alimentari interessate;
c) una sintesi dell'eventuale piano relativo all'azione correttiva ritenuta
necessaria, compreso un calendario dei lavori, una stima dei costi e la relativa
copertura finanziaria nonchè disposizioni in materia di riesame.
3. Nel caso di utenze inferiori a 500 abitanti, l'obbligo di cui al comma 2 è
assolto mediante la trasmissione di una relazione contenente i parametri
interessati con i relativi valori e la popolazione coinvolta.
4. Il presente articolo non si applica alle acque confezionate in bottiglie o
contenitori, rese disponibili per il consumo umano.
Art.
15 (Termini
per la messa in conformità)
1.
La qualità delle acque destinate al consumo umano deve essere resa conforme ai
valori di parametro dell'allegato I entro il 25 dicembre 2003, fatto salvo
quanto disposto dalle note 2, 4 e 10 dell'allegato I, parte B.
Art.
16 (Casi
eccezionali)
1.
In casi eccezionali e per aree geograficamente delimitate, qualora non sia
possibile un approvvigionamento di acque destinate al consumo umano, conformi ai
valori di parametro di cui all'allegato I, con nessun mezzo congruo, il
Ministero della sanità, su istanza della regione, o provincia autonoma, può
chiedere alla Commissione europea la proroga del termine di cui all'art. 15 per
un periodo non superiore a tre anni.
2. L'istanza di cui al comma 1 deve essere trasmessa al Ministero della sanità
entro il 31 marzo 2002 e deve essere debitamente motivata, deve indicare le
difficoltà incontrate e deve essere corredata almeno delle informazioni di cui
all'art. 13, comma 2.
3. Sei mesi prima della scadenza del periodo di proroga concesso ai sensi del
comma 1, la regione, o provincia autonoma, interessata trasmette al Ministero
della sanità un'aggiornata e circostanziata relazione sui progressi compiuti,
comunicando e documentando altresì l'eventuale necessità di un ulteriore
periodo di proroga in relazione alle difficoltà incontrate. Il Ministero della
sanità può chiedere alla Commissione europea la concessione di una ulteriore
proroga per un periodo non superiore a tre anni.
4. La regione, o provincia autonoma, provvede affinchè la popolazione
interessata dall'istanza sia tempestivamente ed adeguatamente informata del suo
esito. La regione, o provincia autonoma, assicura, ove necessario, che siano
forniti consigli a gruppi specifici di popolazione per i quali potrebbe
sussistere un rischio particolare. La regione, o provincia autonoma, informa
tempestivamente il Ministero della sanità delle iniziative adottate ai sensi
del presente comma.
5. Il presente articolo non si applica alle acque confezionate in bottiglie o
contenitori rese disponibili per il consumo umano.
Art.
17 (Informazioni
e relazioni)
1.
Il Ministero della sanità provvede all'elaborazione ed alla pubblicazione di
una relazione triennale sulla qualità delle acque destinate al consumo umano al
fine di informare i consumatori.
2. La relazione di cui al comma 1 contiene le informazioni relative alle
forniture di acqua superiori a 1.000 m3 al giorno in media o destinate
all'approvvigionamento di 5.000 o più persone. La relazione, in particolare,
deve rendere conto delle misure di cui agli artt. 3, comma 1, lett. b), 4; 8;
10; 11; 13, commi 9 e 11; 14; 16 e all'allegato I, parte C, nota 10.
3. La relazione di cui al comma 1 viene pubblicata entro l'anno successivo al
triennio cui si riferisce e viene trasmessa alla Commissione europea entro due
mesi dalla pubblicazione. La prima relazione dovrà riferirsi agli anni 2002,
2003 e 2004.
4. Il Ministero della sanità provvede alla redazione di una relazione da
trasmettere alla Commissione europea sulle misure adottate e sui provvedimenti
da prendere ai sensi dell'art. 5, comma 4, ed in relazione al valore parametrico
dei trialometani di cui all'allegato I, parte B, nota 10.
5. Le informazioni elaborate dal Ministero della sanità ai sensi del presente
decreto sono rese accessibili ai Ministeri interessati.
Art.
18 (Competenze
delle regioni speciali e province autonome)
1.
Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province
autonome di Trento e Bolzano.
Art.
19 (Sanzioni)
1.
Chiunque fornisce acqua destinata al consumo umano, in violazione delle
disposizioni di cui all'art. 4, comma 2, è punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da lire venti milioni a lire centoventi milioni.
2. La violazione delle disposizioni di cui all'art. 5, comma 2, secondo periodo,
è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire dieci milioni a lire
sessanta milioni.
3. Si applica la stessa sanzione prevista al comma 2 a chiunque utilizza, in
imprese alimentari, mediante incorporazione o contatto per la fabbricazione, il
trattamento, la conservazione, l'immissione sul mercato di prodotti o sostanze
destinate al consumo umano, acqua che, pur conforme al punto di consegna alle
disposizioni di cui all'art. 4, comma 2, non lo sia al punto in cui essa
fuoriesce dal rubinetto, se l'acqua utilizzata ha conseguenze per la salubrità
del prodotto alimentare finale.
4. L'inosservanza delle prescrizioni imposte, ai sensi degli artt. 5, comma 3, o
10, commi 1 e 2, con i provvedimenti adottati dalle competenti autorità è
punita:
a) con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire cinquecentomila a lire tre
milioni se i provvedimenti riguardano edifici o strutture in cui l'acqua non è
fornita al pubblico;
b) con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire dieci milioni a lire
sessanta milioni se i provvedimenti riguardano edifici o strutture in cui
l'acqua è fornita al pubblico;
c) con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire venti milioni a lire
centoventi milioni se i provvedimenti riguardano la fornitura di acqua destinata
al consumo umano.
5. La violazione delle disposizioni di cui all'art. 9 è punita con la sanzione
amministrativa pecuniaria da lire venti milioni a lire centoventi milioni.
Art.
20 (Norme
transitorie e finali)
1.
Le disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio
1988, n. 236, cessano di avere efficacia al momento della effettiva vigenza
delle disposizioni del presente decreto legislativo, conformemente a quanto
previsto dall'art. 15, fatte salve le proroghe concesse dalla Commissione
europea ai sensi dell'art. 16.
2. Le norme regolamentari e tecniche adottate ai sensi del decreto del
Presidente della Repubblica n. 236/1988 restano in vigore, ove compatibili con
le disposizioni del presente decreto, fino all'adozione di specifiche normative
in materia.
3. Dall'attuazione del presente decreto non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio dello Stato. Il presente decreto, munito del sigillo dello
Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della
Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo
osservare.
Allegato
1
Parametri e valori di parametro *
PARTE
A
Parametri
microbiologici
Parametro |
Valore di parametro |
|
(numero/100ml) |
Escherichia coli (E. coli) |
0 |
Enterococchi |
0 |
Per
le acque messe in vendita in bottiglie o contenitori sono applicati i seguenti
valori:
Parametro |
Valore di parametro |
Escherichia coli (E.coli) |
0/250 ml |
Enterococchi |
0/250 ml |
Pseudomonas aeruginosa |
0/250 ml |
Conteggio delle colonie a 22°C |
100/ml |
Conteggio delle colonie a 37°C |
20/ml |
PARTE
B
Parametri
chimici
Parametro |
Valore di parametro |
Unità di misura |
Note |
Acrilammide |
0,10 |
µg/l |
Nota 1 |
Antimonio |
5,0 |
µg/l |
|
Arsenico |
10 |
µg/l |
|
Benzene |
1,0 |
µg/l |
|
Benzo(a)pirene |
0,010 |
µg/l |
|
Boro |
1,0 |
mg/l |
|
Bromato |
10 |
µg/l |
Nota 2 |
Cadmio |
5,0 |
µg/l |
|
Cromo |
50 |
µg/l |
|
Rame |
1,0 |
mg/l |
Nota 3 |
Cianuro |
50 |
µg/l |
|
1.2 dicloroetano |
3,0 |
µg/l |
|
Epicloridrina |
0,10 |
µg/l |
Nota 1 |
Fluoruro |
1,50 |
mg/l |
|
Piombo |
10 |
µg/l |
Note 3 e 4 |
Mercurio |
1,0 |
µg/l |
|
Nichel |
20 |
µg/l |
Nota 3 |
Nitrato (come NO³) |
50 |
mg/l |
Nota 5 |
Nitrito (come NO²) |
0,50 |
mg/l |
Nota 5 |
Antiparassitari |
0,10 |
µg/l |
Note 6 e 7 |
Antiparassitari-Totale |
0,50 |
µg/l |
Note 6 e 7 |
Idrocarburi policiclici aromatici |
0,10 |
µg/l |
Somma delle concentrazioni di composti specifici; Nota 9 |
Selenio |
10 |
µg/l |
|
Tetracloroetilene Tricloroetilene |
10 |
µg/l |
Somma delle concentrazioni dei parametri specifici |
Trialometani-Totale |
30 |
µg/l |
Somma delle concentrazioni di composti specifici; Nota 10 |
Cloruro di vinile |
0,5 |
µg/l |
Nota 1 |
Clorito |
200 |
µg/l |
Nota 11 |
Vanadio |
50 |
µg/l |
|
Indipendentemente
dalla sensibilità del metodo analitico utilizzato, il risultato deve essere
espresso indicando lo stesso numero di decimali riportato in tabella per il
valore di parametro.
Nota 1 |
Il valore di parametro si riferisce alla concentrazione monomerica
residua nell'acqua calcolata secondo le specifiche di rilascio massimo del
polimero corrispondente a contatto con l'acqua. |
Nota 2 |
Ove possibile, ci si deve adoperare per applicare valori inferiori
senza compromettere la disinfezione. |
|
Per le acque di cui all'articolo 5 comma 1, lettere a), b) e d), il
valore deve essere soddisfatto al pià tardi entro il 25 dicembre 2008. Il
valore di parametro per il bromato nel periodo compreso tra il 25 dicembre
2003 ed il 25 dicembre 2008 è pari a 25 µg/l. |
Nota 3 |
Il valore si riferisce ad un campione di acqua destinata al consumo
umano ottenuto dal rubinetto tramite un metodo di campionamento adeguato e
prelevato in modo da essere rappresentativo del valore medio dell'acqua
ingerita settimanalmente dai consumatori. Le procedure di prelievo dei
campioni e di controllo vanno applicate se del caso, secondo metodi
standardizzati da stabilire ai sensi dell'articolo 11 comma 1 lettera b).
L'Autorità sanitaria locale deve tener conto della presenza di livelli di
picco che possono nuocere alla salute umana. |
Nota 4 |
Per le acque di cui all'articolo 5, comma 1, lettere a), b) e d),
questo valore deve essere soddisfatto al più tardi entro il 25 dicembre
2013. Il valore di parametro del piombo nel periodo compreso tra il 25
dicembre 2003 ed il 25 dicembre 2013 è pari a 25µg/l. |
|
Le regioni, le Aziende sanitarie locali ed i gestori d'acquedotto,
ciascuno per quanto di competenza, devono provvedere affinché venga
ridotta al massimo la concentrazione di piombo nelle acque destinate al
consumo umano durante il periodo previsto per conformarsi al valore di
parametro; nell'attuazione delle misure intese a garantire il
raggiungimento del valore in questione deve darsi gradualmente priorità
ai punti in cui la concentrazione di piombo nelle acque destinate al
consumo umano è più elevata. |
Nota 5 |
Deve essere soddisfatta la condizione: [(nitrato)/50+(nitrito)]
/3≤1, ove le parentesi quadre esprimono la concentrazione in mg/l
per il nitrato (NO3) e per il nitrito (NO2), e il valore di 0,10 mg/l per
i nitriti sia rispettato nelle acque provenienti da impianti di
trattamento. |
Nota 6 |
Per antiparassitari s'intende: |
|
- insetticidi organici |
|
-erbicidi organici |
|
- fungicidi organici |
|
- nematocidi organici |
|
- acaricidi organici |
|
- alghicidi organici |
|
-rodenticidi organici |
|
- sostanze antimuffa organiche |
|
- prodotti connessi (tra l'altro regolatori della crescita) e i
pertinenti metaboliti, prodotti di degradazione e di reazione. |
|
Il controllo è necessario solo per gli antiparassitari che hanno
maggiore probabilità di trovarsi in un determinato approvvigionamento
d'acqua. |
Nota 7 |
Il valore di parametro si riferisce ad ogni singolo antiparassitario.
Nel caso di aldrina, dieldrina, eptacloro ed eptacloro epossido, il valore
parametrico è pari a 0,030 µg/l. |
Nota 8 |
"Antiparassitari - Totale" indica la somma dei singoli
antiparassitari rilevati e quantificati nella procedura di controllo. |
Nota 9 |
I composti specifici sono i seguenti: |
|
- benzo(b)fluorantene |
|
- benzo(k)fluorantene |
|
- benzo(ghi)perilene |
|
- indeno(1,2,3-cd)pirene |
Nota 10 |
I responsabili della disinfezione devono adoperarsi affinché il
valore parametrico sia più basso possibile senza compromettere la
disinfezione stessa. |
|
I composti specifici sono: cloroformio, bromoformio,
dibromoclorometano, bromodiclorometano. |
Nota 11 |
Per le acque di cui all'articolo 5, comma 1, lettere a), b) e d),
questo valore deve essere soddisfatto al più tardi entro il 25 dicembre
2006. Il valore di parametro clorito, nel periodo compreso tra il 25
dicembre 2003 e il 25 dicembre 2006, è pari a 800 µg/l. |
PARTE
C
Parametri
indicatori
Parametro |
Valore di parametro |
Unità di misura |
Note |
Alluminio |
200 |
µg/l |
|
Ammonio |
0,50 |
mg/l |
|
Cloruro |
250 |
mg/l |
Nota 1 |
Clostridium perfringens (spore comprese) |
0 |
Numero/100 ml |
Nota 2 |
Colore |
Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale |
|
|
Conduttività |
2500 |
µScm-1 a 20°C |
Nota 1 |
Concentrazione ioni idrogeno |
≥6,5 e ≤9,5 |
Unità pH |
Note 1 e 3 |
Ferro |
200 |
µg/l |
|
Manganese |
50 |
µg/l |
|
Odore |
Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale |
|
|
Ossidabilità |
5,0 |
mg/l O2 |
Nota 4 |
Solfato |
250 |
mg/l |
Nota 1 |
Sodio |
200 |
mg/l |
|
Sapore |
Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale |
|
|
Conteggio delle colonie a 22°C |
Senza variazioni anomale |
|
|
Batteri coliformi a 37°C |
0 |
Numero/100 ml |
Nota 5 |
Carbonio organico totale (TOC) |
Senza variazioni anomale |
|
Nota 6 |
Torbidità |
Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale |
|
Nota 7 |
|
|
|
|
Durezza * |
|
|
Il limite inferiore vale per le acque sottoposte a trattamento di
addolcimento o di dissalazione |
Residuo secco a 180°C ** |
|
|
|
Disinfettante residuo *** |
|
|
|
Indipendentemente
dalla sensibilità del metodo analitico utilizzato, il risultato deve essere
espresso indicando lo stesso numero di decimali riportato in tabella per il
valore di parametro.
(*) Valori consigliati: 15-50 °F.
(**) Valore massimo consigliato: 1.500 mg/L.
(***) Valore minimo consigliato 0,2 mg/L (se impiegato).
RADIOATTIVITÀ
Parametro |
Valore di parametro |
Unità di misura |
Note |
Trizio |
100 |
Becquerel/l |
Note 8 e 10 |
Dose totale indicativa |
0,10 |
mSv/anno |
Note 9 e 10 |
Nota 1 |
L'acqua non deve essere aggressiva. |
Nota 2 |
Tale parametro non deve essere misurato a meno che le acque provengano
o siano influenzate da acque superficiali. In caso di non conformità con
il valore parametrico, l'Azienda sanitaria locale competente al controllo
dell'approvvigionamento d'acqua deve accertarsi che non sussistano
potenziali pericoli per la salute umana derivanti dalla presenza di
microrganismi patogeni quali ad esempio il cryptosporidium. I risultati di
tutti questi controlli debbono essere inseriti nelle relazioni che debbono
essere predisposte ai sensi dell'articolo 18, comma 1. |
Nota 3 |
Per le acque frizzanti confezionate in bottiglie o contenitori il
valore minimo può essere ridotto a 4,5 unità di pH. |
|
Per le acuqe confezionate in bottiglie o contenitori, naturalmente
ricche di anidride carbonica o arricchite artificialmente, il valore
minimo può essere inferiore. |
Nota 4 |
Se si analizza il parametro TOC non è necessario misurare questo
valore. |
Nota 5 |
Per le acque confezionate in bottiglie o contenitori, l'unità di
misura è "Numero/250 ml". |
Nota 6 |
Non è necessario misurare questo parametro per approvvigionamenti
d'acqua inferiori a 10.000 m3 al giorno. |
Nota 7 |
In caso di trattamento delle acque superficiali si applica il valore
di parametro: ≤ a 1,0 NTU (unità nefelometriche di torbidità)
nelle acque provenienti da impianti di trattamento. |
Nota 8 |
Frequenza dei controlli da definire successivamente nell'allegato II. |
Nota 9 |
Ad eccezione del trizio, potassio-40, radon e prodotti di decadimento
del radon; frequenza dei controlli, metodi di controllo e siti più
importanti per i punti di controllo da definire successivamente
nell'allegato II. |
Nota 10 |
La regione o provincia autonoma può non fare effettuare controlli
sull'acqua potabile relativamente al trizio ed alla radioattività al fine
di stabilire la dose totale indicativa quando sia stato accertato che,
sulla base di altri controlli, i livelli del trizio o della dose
indicativa calcolata sono ben al di sotto del valore di parametro. In tal
caso essa comunica la motivazione della sua decisione al Ministero della
Sanità, compresi i risultati di questi altri controlli effettuati. |
Avvertenza
Fermo restando quanto disposto dall'art. 8, comma 3, a giudizio dell'autorità
sanitaria competente, potrà essere effettuata la ricerca concernente i seguenti
parametri accessori:
1) alghe;
2) batteriofagi anti E.coli;
3) elminti;
4) enterobatteri patogeni;
5) enterovirus;
6) funghi;
7) protozoi;
8) Pseudomonas aeruginosa;
9) Stafilococchi patoneni.
Tali parametri vanno ricercati con le metodiche di cui all'art. 8, comma 3.
Devono comunque essere costantemente assenti nelle acque destinate al consumo
umano gli enterovirus, i batteriofagi anti E.coli, gli enterobatteri patogeni e
gli stafilococchi patogeni.
Allegato II
Controllo
TABELLA
A
Parametri da analizzare
1.
Controllo di routine Il controllo di routine mira a fornire ad intervalli
regolari informazioni sulla qualità organolettica e microbiologica delle acque
fornite per il consumo umano nonchè informazioni sull'efficacia degli eventuali
trattamenti dell'acqua potabile (in particolare di disinfezione), per accertare
se le acque destinate al consumo umano rispondano o no ai pertinenti valori di
parametro fissati dal presente decreto.
Vanno sottoposti a controllo di routine almeno i seguenti parametri:
- Alluminio (Nota 1)
- Ammonio
- Colore
- Conduttività
- Clostridium perfringens (spore comprese) (Nota 2)
- Escherichia coli (E.coli)
- Concentrazione ioni idrogeno
- Ferro (Nota 1)
- Nitriti (Nota 3)
- Odore
- Pseudomonas aeruginosa (Nota 4)
- Sapore
- Computo delle colonie a 22 °C e 37 °C (Nota 4)
- Batteri coliformi a 37 °C
- Torbidità
- Disinfettante residuo (se impiegato)
Nota 1 |
Necessario solo se usato come flocculante o presente, in
concentrazione significativa, nelle acque utilizzate. (°). |
Nota 2 |
Necessario solo se le acque provengono o sono influenzate da acque
superficiali (°). |
Nota 3 |
Necessario solo se si utilizza la cloramina nel processo di
disinfezione (°). |
Nota 4 |
Necessario solo per le acque vendute in bottiglie o in contenitori. |
|
° In tutti gli altri casi i parametri sono contenuti nell'elenco
relativo al controllo di verifica. |
2.
Controllo di verifica
Il controllo di verifica mira a fornire le informazioni necessarie per accertare
se tutti i valori di parametro contenuti nel decreto sono rispettati. Tutti i
parametri fissati sono soggetti a controllo di verifica, a meno che l'Azienda
unità sanitaria locale competente al controllo non stabilisca che, per un
periodo determinato, è improbabile che un parametro si ritrovi in un dato
approvvigionamento d'acqua in concentrazioni tali da far prevedere il rischio di
un mancato rispetto del relativo valore di parametro.
Il presente punto non si applica ai parametri per la radioattività.
TABELLA
B1
Frequenza
minima di campionamento e analisi per le acque destinate al consumo umano
fornite da una rete di distribuzione, da cisterne, o utilizzate nelle imprese
alimentari.
I campioni debbono essere prelevati nei punti individuati ai sensi dell'art. 6,
al fine di garantire che le acque destinate al consumo umano soddisfino i
requisiti del presente decreto. Tuttavia, nel caso di una rete di distribuzione,
i campioni possono essere prelevati anche alle fonti di approvvigionamento o
presso gli impianti di trattamento per particolari parametri se si può
dimostrare che il valore ottenuto per i parametri in questione non sarebbe
modificato negativamente.
Volume d'acqua distribuito o prodotto ogni giorno in una zona di
approvvigionamento (Note 1 e 2) |
Controllo di routine - Numero di campioni all'anno (Note 3, 4 e 5) |
Controllo di verifica - Numero di campioni all'anno (Note 3 e 5) |
m³ |
|
|
≤ 100 |
(Nota 6) |
(Nota 6) |
> 100 ≤ 1000 |
4 |
1 |
> 1000 ≤ 10000 |
|
1 |
|
4 |
+ 1 ogni 3300 m³/g del volume totale e frazione di 3300 |
> 10000 ≤ 100000 |
+ 3 ogni 1000 m³/g del volume |
3 |
|
|
+ ogni 10000 m³/g del volume totale e frazione di 1000 |
> 100000 |
totale e frazione di 1000 |
10 |
|
|
+ 1 ogni 25000 m³/g del volume totale e frazione di 10000 |
Nota 1 |
Una zona di approvvigionamento è una zona geograficamente definita
all'interno della quale le acque destinate al consumo umano provengono da
una o varie fonti e la loro qualità può essere considerata
sostanzialmente uniforme. |
Nota 2 |
I volumi calcolati rappresentano una media su un anno. Per determinare
la frequenza minima in una zona di approvvigionamento invece che sul
volume d'acqua si può fare riferimento alla popolazione servita
calcolando un consumo di 200 l pro capite al giorno. |
Nota 3 |
Nel caso di approvvigionamento intermittente di breve durata, la
frequenza del controllo delle acque distribuite con cisterna deve essere
stabilita dall'Azienda unità sanitaria locale. |
Nota 4 |
Per i differenti parametri di cui all'allegato I l'Azienda unità
sanitaria locale può ridurre il numero dei campioni indicato nella
tabella se: |
|
a) i valori dei risultati dei campioni prelevati in un periodo di
almeno due anni consecutivi sono costanti e significativamente migliori
dei limiti previsti dall'allegato I e |
|
b) non esiste alcun fattore capace di diminuire la qualità
dell'acqua. |
|
La frequenza minima non deve essere inferiore al 50% del numero di
campioni indicato nella tabella, salvo il caso specifico di cui alla nota
6. |
Nota 5 |
Nella misura del possibile, il numero di campioni deve essere
equamente distribuito in termini di tempo e luogo. |
Nota 6 |
La frequenza deve essere stabilita dall'Azienda unità sanitaria
locale. |
TABELLA
B2
Frequenza
minima di campionamento e analisi per le acque confezionate in bottiglie o
contenitori e messe a disposizione per il consumo umano.
Volume d'acqua prodotto ogni giorno (*) messo in vendita in bottiglie
o contenitori |
Controllo di routine - Numero di campioni all'anno |
Controllo di verifica - Numero di campioni all'anno |
m³ |
|
|
≤ 10 |
1 |
1 |
> 10 ≤ 60 |
12 |
1 |
> 60 |
1 ogni 5 m³ del volume totale e frazione di 5 |
1 ogni 100 m³ del volume totale e frazione di 100 |
|
|
(*) I volumi calcolati rappresentano una media su un anno civile. |
Allegato
III
Specifiche per l'analisi dei parametri
1. PARAMETRI PER I QUALI SONO SPECIFICATI METODI DI ANALISI
I seguenti metodi di analisi relativi ai parametri biologici sono forniti per
riferimento, ogni qualvolta è disponibile un metodo CEN/ISO, o per
orientamento, in attesa dell'eventuale futura adozione, conformemente alla
procedura di cui all'art. 12 della direttiva 98/83/CE, di ulteriori definizioni
internazionali CEN/ISO dei metodi per tali parametri.
Batteri coliformi ed Escherichia coli (E.coli) (ISO 9308-1)
Enterococchi (ISO 7899-2)
Pseudomonas aeruginosa (prEN ISO 12780)
Enumerazione dei microrganismi coltivabili conteggio delle colonie a 22 °C
(prEN ISO 6222)
Enumerazione dei microrganismi coltivabili conteggio delle colonie a 37 °C
(prEN ISO 6222)
Clostridium perfringens (spore comprese)
Filtrazione su membrana seguita da incubazione della membrana su agar m-CP (Nota
1) a 44 ± 1 °C per 21 ± 3 ore in condizioni anaerobiche. Conteggio delle
colonie gialle opache che diventano rosa o rosse dopo un'esposizione di 20-30
secondi a vapori di idrossido di ammonio.
Nota 1: Il terreno di coltura m-CP agar è così composto:
Terreno di base |
|
Triptosio |
30 g |
Estratto di lievito |
20 g |
Saccarosio |
5 g |
Cloridrato di L-cisteina |
1 g |
MgSO4 7 H20 |
0,1 g |
Bromocresolo porpora |
40 mg |
Agar |
15 g |
Acqua |
1000 ml |
|
Dissolvere gli ingredienti ed adeguare il pH a 7,6. Sterilizzare in
autoclave a 121 °C per 15 minuti. Lasciare raffreddare e aggiungere: |
D-cicloserina |
400 mg |
B-solfato di polimizina |
25mg |
Beta-D-glucoside di indossile da dissolvere in 8 ml di acqua sterile
prima dell'addizione |
60 mg |
Soluzione di difosfato di fenoltaleina (allo 0,5%) filtrata -
sterilizzata |
20 ml |
FeCl3 6 H2O (al 4,5%) filtrata - sterilizzata |
2 ml |
2.
PARAMETRI PER I QUALI VENGONO SPECIFICATE LE CARATTERISTISCHE DI PRESTAZIONE
2.1. Per i parametri indicati di seguito, per caratteristiche di prestazione
specificate si intende che il metodo di analisi utilizzato deve essere in grado,
al minimo, di misurare concentrazioni uguali al valore di parametro con
un'esattezza, una precisione e un limite di rilevamento specificati. Detti
metodi, se dissimili da quelli di riferimento di cui all'art. 11, comma 1, lett.
d), devono essere trasmessi preventivamente all'Istituto superiore di sanità
che si riserva di verificarli secondo quanto indicato nel decreto di
approvazione dei metodi di riferimento. Indipendentemente dalla sensibilità del
metodo di analisi utilizzato, il risultato deve essere espresso indicando lo
stesso numero di decimali usato per il valore di parametro di cui all'Allegato
I, parti B e C.
Parametri |
Esattezza
in % del valore di parametro (Nota 1) |
Precisione
in % del valore di parametro (Nota 2) |
Limite
di rilevazione in % del valore di parametro (Nota 3) |
Condizioni |
Note |
Acrilammide |
|
|
|
Controllare secondo le specifiche del prodotto |
|
Alluminio |
10 |
10 |
10 |
|
|
Ammonio |
10 |
10 |
10 |
|
|
Antimonio |
25 |
25 |
25 |
|
|
Arsenico |
10 |
10 |
10 |
|
|
Benzopirene |
25 |
25 |
25 |
|
|
Benzene |
25 |
25 |
25 |
|
|
Boro |
10 |
10 |
10 |
|
|
Bromato |
25 |
25 |
25 |
|
|
Cadmio |
10 |
10 |
10 |
|
|
Cloruro |
10 |
10 |
10 |
|
|
Cromo |
10 |
10 |
10 |
|
|
Conduttività |
10 |
10 |
10 |
|
|
Rame |
10 |
10 |
10 |
|
|
Cianuro |
10 |
10 |
10 |
|
Nota 4 |
1,2 dicloroetano |
25 |
25 |
10 |
|
|
Epicloridrina |
|
|
|
Controllare secondo le specifiche del prodotto |
|
Floruro |
10 |
10 |
10 |
|
|
Ferro |
10 |
10 |
10 |
|
|
Piombo |
10 |
10 |
10 |
|
|
Manganese |
10 |
10 |
10 |
|
|
Mercurio |
20 |
10 |
20 |
|
|
Nichel |
10 |
10 |
10 |
|
|
Nitrati |
10 |
10 |
10 |
|
|
Nitriti |
10 |
10 |
10 |
|
|
Ossidabilità |
25 |
25 |
10 |
|
Nota 5 |
Antiparassitari |
25 |
25 |
25 |
|
Nota 6 |
Idrocarburi policiclici aromatici |
25 |
25 |
25 |
|
|
Selenio |
10 |
10 |
10 |
|
|
Sodio |
10 |
10 |
10 |
|
|
Solfato |
10 |
10 |
10 |
|
|
Tetracloroetile ne |
25 |
25 |
10 |
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Nota 8 |
Tricloroetilene |
25 |
25 |
10 |
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Nota 8 |
Trialometani totali |
25 |
25 |
10 |
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Nota 7 |
Cloruro di vinile |
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Controllare secondo le specifiche del prodotto |
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2.2.
Per la concentrazione di ioni idrogeno, le caratteristiche di prestazione
specificate richiedono che il metodo di analisi impiegato deve consentire di
misurare concentrazioni pari al valore di parametro con un'accuratezza di 0,2
unità pH e una precisione di 0,2 unità pH.
Nota 1 (*): |
L'esattezza è la differenza fra il valore medio di un grande numero
di misurazioni ripetute ed il valore vero; la sua misura è generalmente
indicata come errore sistametico. |
Nota 2 (*) |
La precisione misura la dispersione dei risultati intorno alla media;
essa è generalmente espressa come la deviazione standard all'interno di
un gruppo omogeneo di campioni e dipende solo da errori casuali. |
(*) Tali termini sono definiti nella norma ISO 5725. |
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Nota 3 |
Il limite di rilevamento è pari a: |
|
- tre volte la deviazione standard relativa, tra lotti di un campione
naturale |
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oppure |
|
- cinque volte la deviazione standard relativa, tra lotti di un
bianco. |
Nota 4: |
Il metodo deve determinare il tenore complessivo di cianuro in tutte
le sue forme (cianuro totale). |
Nota 5. |
L'ossidazione deve essere effettuata per 10 minuti a una temperatura
di 100°C in ambiente acido con l'uso di permanganato. |
Nota 6. |
Le caratteristiche di prestazione si applicano ad ogni singolo
antiparassitario e dipendono dall'antiparassitario considerato.
Attualmente il limite di rilevamento può non essere raggiungibile per
tutti gli antiparassitari, ma ci si deve adoperare per raggiungere tale
obiettivo. |
Nota 7: |
Le caratteristiche di prestazione si applicano alle singole sostanze
specificate al 25% del valore parametrico che figura nell'allegato I. |
Nota 8: |
Le caratteristiche di prestazione si applicano alle singole sostanze
specificate al 50% del valore parametrico che figura nell'allegato I. |