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Utilizzo di strumenti automatici per il campionamento delle acque secondo quanto previsto dalla legge ed in accordo con le normative e metodiche i campionamento: pregi - difetti e problematiche d'utilizzo. |
In
questi ultimi anni, grazie ad unaumentata sensibilità degli Enti di controllo e
alle Leggi introdotte in Italia (DL 152/99, DL 258/00, DL 367/03), si è sensibilmente incrementato il controllo delle acque ed in
particolare delle acque reflue.
Per valutare la qualità degli effluenti di uno
scarico, sia esso in fognatura, indirizzato ad una depurazione a cura di un terzo, sia su
corpo recettore dacque superficiali.
Per valutare lefficienza di un impianto di
depurazione campionando sia lingresso sia luscita. Per verifica dello stato
delle acque superficiali o studi specifici quali, ad esempio, acque di prima pioggia.
Cosa dicono le norme
Il 2 Marzo 2004 a Roma sono stati presentati i nuovi
metodi da analisi delle acque a cura dellAPAT e IRSA-CNR. Questo ha segnato una
prima svolta nellapproccio al campionamento delle acque.
Oltre al tradizionale campionamento manuale, di cui
si hanno ampie informazioni ed esperienze, si è introdotto lapproccio al
campionamento con strumentazione automatica. Di questultima tecnica mancano, però,
documenti e letteratura sul loro impiego.
È per questo motivo che, con questo articolo,
vorremmo dare il nostro contributo ad avere delle informazioni pratiche per il loro
utilizzo; senza per altro, avere la pretesa di voler risolvere quesiti che solo le
istituzioni preposte a pubblicare delle metodiche, potrebbero chiarire, definendo le
modalità duso.
Anche se le applicazioni dei controlli, coinvolgono
analisi di acque superficiali, sotterranee, costiere, linteresse maggiore è
orientato verso il campionamento delle acque di scarico, in quanto coinvolge interessi
economici e sociali maggiormente identificabili.
Secondo quanto previsto dai Decreti Legge in vigore,
le acque industriali, salvo alcune eccezioni, vengono controllate prelevando un campione
medio, su un periodo di almeno 3 ore. Gli scarichi civili invece, sono
controllati, prelevando un campione medio ponderale nelle 24 ore.
Per questo motivo è naturale che debbano essere
usati strumenti automatici per facilitare il compito di chi effettua il controllo.
Nel DL 367/03, inoltre, viene prescritto, alle
aziende che siano autorizzate a scaricare in acque superficiali, ma hanno un potenziale
rischio di sversamento di sostanze pericolose (indicate nel DL allegato A), di dotarsi di
un misuratore di portata e un campionatore automatico, in uscita (e sembra in ingresso, ndr) di un impianto di depurazione. È previsto un
autocontrollo ogni 15 giorni per un campione preso nellarco di 3 ore, salvo diversa
indicazione dellautorità preposta al controllo.
Metodo di
campionamento
Fino ad oggi, solo le norme ISO 5667-10, danno delle
indicazioni di quali caratteristiche minime deve avere un campionatore automatico.
In Italia, fino a questo momento, possiamo avvalerci solamente del contributo del manuale
presentato il 2 Marzo dello scorso anno.
Cerchiamo di analizzare come si devono interpretare le indicazioni per un corretto
campionamento, che troviamo nel capitolo 1030 METODI DI CAMPIONAMENTO.
Come prima cosa vengono ripresi dei concetti che anche UNICHIM ed altre organizzazioni
enfatizzano non solo nel campo delle acque. Affermazioni che si commentano da sole e che
riporteremo parzialmente ma in versione originale
Il campionamento può definirsi come loperazione di
prelevamento della parte di una sostanza di dimensione tale che la proprietà misurata nel
campione prelevato rappresenti, entro un limite accettabile noto, la stessa proprietà
nella massa di origine. In altre parole, il fine ultimo del campionamento ambientale è
sempre quello di consentire la raccolta di porzioni rappresentative della matrice che si
vuole sottoporre ad analisi. Il campionamento costituisce quindi la prima fase di ogni
processo analitico che porterà a risultati la cui qualità è strettamente correlata a
quella del campione prelevato. Per tale motivo, il campionamento è una fase estremamente
complessa e delicata che condiziona i risultati di tutte le operazioni successive e che di
conseguenza incide in misura non trascurabile sullincertezza totale del risultato
dellanalisi.
Inoltre:
Gli studi disponibili mettono in evidenza che lincertezza
associata al campionamento può contribuire anche per il 30-50% allincertezza
associata al risultato analitico finale ed è di gran lunga più elevata rispetto
allincertezza associata alla fase analitica (circa il 5%).
Numerose fonti di incertezza possono influire sui risultati di
analisi ambientali . La Tab. 1 riassume in modo schematico le principali fasi di
unanalisi ambientale, le possibili fonti di incertezza ed un indice qualitativo per
valutare quanto la specifica fase possa gravare sullincertezza finale.
Nella Tabella 1 si indica che una causa di
errore può dipendere dalla contaminazione che può essere procurata al campione da parte
degli strumenti e contenitori di conservazione. Questo rischio è indicato come
controllabile.
Nel paragrafo 2 Il Piano Di
Campionamento, oltre a parlare della quantità statistica di campioni che
sarebbe necessario prelevare per avere una certa rappresentatività del corpo in esame, si
raccomanda che il campione deve essere:
> Prelevato in maniera tale che mantenga inalterate le
proprie caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche fino al momento dellanalisi,
> Conservato in modo tale da evitare modificazioni dei
suoi componenti e delle caratteristiche da valutare.
Nel paragrafo 3 La scelta delle
apparecchiature per il campionamento si
ricorda che
.particolare cura dovrà essere prestata nella scelta del
metodo di campionamento al fine di eliminare o ridurre al minimo qualsiasi fonte di
contaminazione da parte delle apparecchiature .
Nel paragrafo 5 Conservazione del campione si
definisce che conservare un
campione significa garantire la stabilità e la inalterabilità di tutti i suoi
costituenti nellintervallo di tempo che intercorre tra il prelievo e
lanalisi. Ed inoltre La precipitazione dei metalli come
idrossidi, lassorbimento dei metalli sulle superfici del contenitore, la formazione
di complessi, la variazione dello stato di valenza di alcuni elementi, possono essere
ritardati mediante laddizione di stabilizzanti chimici e/o una idonea
conservazione.
Alla luce di quanto sopra detto, è bene che chi
utilizza un campionatore automatico, abbia laccortezza di cura della strumentazione
di prelievo.
Operazioni che vengono date scontate quando si opera un campionamento manuale, vengono
dimenticate utilizzando delle apparecchiature automatiche che dovrebbero facilitare le
operazioni dei tecnici.
Talvolta, invece si assiste ad una regressione delle procedure e delle attenzioni verso il
campione affidando alla macchina delle capacità o responsabilità che questa, per sua
natura non può avere.
Gli
strumenti
Un campionatore automatico
è generalmente composto da:
Una linea di prelievo che comprende un tubo di aspirazione, la linea di
distribuzione del campione fino al recipiente (bottiglie)
> Questa deve essere realizzata in materiale che non
alteri la qualità del campione assorbendo o cedendo sostanze che contaminino i campioni
prelevati.
> Deve essere facilmente ispezionabile per valutarne lo
stato di pulizia e decidere se eventualmente cambiarla.
> Deve avere un diametro minimo di 1 cm. Il diametro
minimo, serve ad evitare il rischio di filtrare materiale in sospensione che è parte
integrante delle indagini che si eseguono sui corpi effluenti
> Il tubo daspirazione esterno deve essere dotato
di un filtro di prelievo per prevenire intasamenti. Anche il filtro dovrà seguire gli
stessi criteri di un minimimo diametro dei fori di 1 cm.
> Deve avere il minor numero possibile di parti in
contatto con il campione, per facilitarne la pulizia ed impedire la contaminazione tra i
diversi campioni prelevati.
Il corpo del campionatore che deve essere
realizzato, in materiale idoneo a resistere alle condizioni climatiche ed ambientali più
sfavorevoli, deve essere adeguato allutilizzo. Anche i componenti elettrici o
elettronici devono essere adeguatamente protetti. Deve essere garantita la capacità di
conservazione del campione e la sua integrità.
CAMPIONATORI PORTATILI
>
Per rispondere ad un requisito di
portabilità i campionatori devono essere: leggeri, facilmente trasportabili, alimentabili
a rete ma soprattutto a batteria, in materiale anti urto ed anti graffio, con maniglie
facilmente afferrabili anche da operatori dotati di guanti.
>
Devono essere realizzati in materiale
anticorrosione e devono avere una protezione (isolamento) dalle temperature esterne.
Devono poter mantenere i campioni al buio e deve essere possibile usare bottiglie sia in
materiale plastico sia in vetro.
>
In alcuni casi è opportuno che abbiano un
diametro tale da poter essere inseriti nei tombini di collettori fognari.
>
È necessario che i campionatori che
saranno calati in pozzetti di collettori fognari o altre locazioni, possano avere almeno 3
punti di ancoraggio dei sistemi di sospensione ed estrazione, per evitare ribaltamenti e
la possibilità di incastrarsi.
>
È importante che possano operare sia con
batteria che tramite trasformatore collegati a rete. Sia la batteria che trasformatore
devono essere stagni e protetti da possibili immersioni in acqua. I connettori devono
essere robusti e stagni. È opportuno che sia garantito un minimo dispendio di energia,
dovendo lavorare per ore, alimentati a batteria. Il prelievo del campione deve adattarsi
sia nella prevalenza di aspirazione che nella sequenza di prelievo, alle varie situazioni
che si possano presentare con lutilizzo dello strumento.
>
Lelettronica deve avere un grado di
protezione almeno IP 67 per sopportare anche brevi immersioni.
>
È opportuno che anche i campionatori
portatili possano garantire una refrigerazione del campione. In certi casi si può
utilizzare ghiaccio tritato, in altri, sistemi chimici di raffreddamento. Luso del
ghiaccio secco non è consigliabile in quanto esso sublima e lascia aria che non conduce
termicamente. Ultimamente alcuni campionatori portatili possono refrigerare utilizzando un
compressore. Questultimo sistema garantisce la possibilità di una temperatura
adeguata alla conservazione dei campioni. La refrigerazione attiva garantisce
lefficacia della refrigerazione indipendentemente dalla temperatura esterna, in
quanto essa viene dosata da un controllore. I vecchi sistemi non potevano adeguarsi alle
reali condizioni di temperatura ambiente. La sicurezza e la tracciabilità della
regolazione sono utili per gli enti di controllo; è dunque necessario che gli strumenti
siano predisposti per la visualizzazione e la registrazione della temperatura di
conservazione dei campioni.
CAMPIONATORI FISSI
Generalmente di maggiori dimensioni e
peso, rispetto ai modelli portatili. Possono avere il corpo in acciaio inox o in fibra di
vetro con protezione di resine che li prevengono dalle radiazioni solari, dallo sporco e
dagli agenti corrosivi. I secondi risentono meno del surriscaldamento allesposizione
diretta dei raggi solari.
> Per una buona termostatazione,
è opportuno che la camera di conservazione dei campioni sia delle minori dimensioni
possibili, per garantire una migliore regolazione della temperatura e raggiungere la
temperatura di conservazione il più velocemente possibile.
>
Non devono essere in grado, solamente, di
raffreddare, ma devono conservare il campione a 4°C con temperature esterne che possano
variare da alcuni gradi sotto lo zero a temperature estive. È da considerare che, se
esposti direttamente al sole, la temperatura sullo strumento è ben oltre quella
ambientale. Per questo motivo e per dare un aiuto pratico agli operatori, si consiglia di
mettere il campionatore sotto una tettoia, per prevenire lirradiazione diretta dei
raggi solari nelle ore più calde, e facilitare lestrazione dei campioni in caso di
pioggia.
>
Il tubo di aspirazione campione, benché
ispezionabile, per valutare quando è opportuno sostituirlo, deve essere protetto dalla
radiazione solare, per evitare crescite algali nel tubo. Linee di aspirazione fisse in
materiale ferroso possono, con il tempo alterare la qualità del campione prelevato e non
rispecchiare, in analisi, lesatto stato delleffluente, (rilascio di metalli,
difficoltà di pulizia, etc) .
>
È da gradire il sistema che metta il
campione in contatto con minor numero di componenti possibile (tratti di tubo, giunti,
raccordi, vasi di troppo pieno, piatti di distribuzione campione, ed altro) in modo tale
da facilitare la pulizia della linea di distribuzione campione e di conseguenza garantire
lintegrità dello stesso.
>
È opportuno che, anche per questi
strumenti, si possano usare bottiglie porta campioni di più dimensioni e materiali
diversi.
>
È utile che, sia i campionatori portatili
sia i campionatori fissi, possano avere il vano di alloggiamento dei campioni separato
dallelettronica di controllo ed entrambi chiudibili per evitare manomissioni dei
campioni. È gradito, se oltre alla possibilità di chiusura a chiave, sia possibile la
sigillatura.
>
È buona norma che, prima di iniziare una
procedura di campionamento, si presti
attenzione alla pulizia della linea di prelievo, e delle bottiglie, per garantire la
rappresentatività del campione prelevato. Si è notato come, bottiglie non ben pulite o
linee di aspirazione incrostate, possano alterare non poco il valore dei solidi sospesi e
delle sostanze organiche presenti nel campione. Se nello scarico si sono avuti degli
sversamenti di idrocarburi, oli, tensioattivi o altre sostanze sporcanti, è opportuno
avere una pulizia più accurata.
Essendo strumenti che prelevano acque, talvolta
sporca o patogena, è importante ricordare agli operatori di utilizzare la massima cura
per prevenire infezioni. È perciò consigliabile luso di guanti o altri indumenti
protettivi, durante la manipolazione dei campioni o la pulizia.
Sistema
daspirazione campione
Sul mercato Italiano ed Europeo, si possono trovare
in commercio strumenti che utilizzano il sistema con pompa peristaltica o con pompa a
vuoto.
Il primo lo si trova principalmente in strumenti di origine statunitense in quanto,
secondo lEPA (Agenzia Protezione Ambiente, USA) garantisce un campione che è più
simile a quello prelevato manualmente, è più facile da mantenere pulito e consuma meno
energia. Per questo motivo, più adatto ai campionatori portatili. In passato si sono
avuti dei modelli di pompa peristaltica, poco affidabili che hanno diminuito la confidenza
degli utilizzatori. Ora la tecnologia ed i materiali hanno portato anche questi strumenti
a garantire una precisione e ripetibilità nel tempo. Rimane la necessità di sostituzione
del tubo a vantaggio, però, di una più facile manutenzione, minor tempo e maggiore
efficacia; negli strumenti più evoluti, con la sostituzione del tubo della pompa
peristaltica, si ripristina la pulizia della linea di aspirazione, non avendo altre parti
in contatto con il campione.
Il sistema a vuoto, garantisce un volume di campionamento più ripetibile e ha meno parti
di consumo, ma richiede un tempo maggiore per la pulizia del percorso del campione.
Potendo avere una linea di aspirazione di dimensioni maggiori, si possono aspirare solidi
sospesi di dimensioni maggiori ad 1 cm. Nei sistemi a vuoto di campionatori termostatati,
generalmente si ha una camera porta campioni di maggiori dimensioni e di conseguenza è
necessario un sistema di termostatazione opportunamente adeguato.
Non uno può considerarsi in assoluto migliore dellaltro. In Italia non sono mai
state fatte delle valutazioni di merito, da parte delle autorità competenti. Valutazioni
delle varie tecniche sono state fatte in Austria ed ora è in corso uno studio in Francia.
Non esiste una procedura di campionamento standard,
anche per i controlli previsti dai decreti legislativi, non sono state date indicazioni
precise dalle autorità compatenti ed ogni autorità competente per i controlli,
interpreta a suo giudizio le indicazioni legislative provvedendo ad una propria procedura.
Ricordiamo che gli scarichi industriali devono essere monitorati in un periodo di almeno 3
ore e deve essere prelevato un campione medio. È ovvio che cicli industriali che operano
più ore al giorno e che possono essere a rischio di scarichi anomali, dovranno essere
controllati per un periodo superiore alle tre ore. In questo caso chi farà il
campionamento giustificherà, nel piano di campionamento, la motivazione del maggior
controllo. Quanto detto è stato confermato dalla sentenza della Corte di Cassazione Sez.
III del 24 Marzo 2004; nella quale si ribadisce che: nel D. Lgs 258/200 si riformula la
norma secondo la quale il campionamento ordinario è il medio nellarco di tre ore,
ma lautorità preposta al controllo, può, con motivazione espressa nel verbale di
campionamento, effettuare il campionamento su tempi diversi al fine di ottenere il
campione più adatto a rappresentare lo scarico qualora lo giustifichino particolari
esigenze.
Per gli scarichi civili si parla di campione medio ponderale sulle 24
ore. Bisogna premettere perché si sono scelte le 24 ore. Per permettere una valutazione
giornaliera di impatto sul corpo idrico recettore; infatti si parla anche di carico
inquinante e non solo di limiti di emissioni. Altro controllo è la valutazione di
efficienza di abbattimento dellimpianto. Il
campione medio ponderale non deve essere obbligatoriamente proporzionale alla portata ma
semplicemente ponderale al tempo. Se si campiona proporzionalmente alla portata è da
tener presente che si possono seguire più strade e non una è quella di riferimento.
Se si campiona proporzionalmente al tempo, è necessario acquisire i dati di portata per
effettuare le opportune valutazioni di impatto.
Qualunque procedura si voglia seguire è opportuno che venga scelta la strada più
semplice, al fine di facilitare lopera di controllo da parte degli operatori.
Non essendo stati definiti, ad esempio, i volumi minimi di campioni da prelevare, si
consiglia di eccedere e di conservare il campione da analizzare in più contenitori,
soprattutto se si prevedono analisi forensi.
Secondo quanto indicato dalla legge, non cè obbligo ad usare un quantitativo
specifico di bottiglie ove riporre in automatico le aliquote di campione previste nei
tempi indicati, la scelta del volume delle bottiglie ed il numero di esse, dipende
strettamente dalla strategia di campionamento adottata.
Sia che si utilizzi una sola bottiglia di grosse dimensioni che più bottiglie, è
necessario prestare la massima attenzione alle procedure per prelevare il quantitativo di
liquido da portare in laboratorio per le analisi di prassi.
Un campione prelevato ore prima del momento del ritiro, ha subito certamente una
sedimentazione; alcune sostanze possono modificare il loro stato, se non si sono aggiunti
opportuni correttivi nelle bottiglie prima del riempimento.
Prelevare una quantità di fluido da portare alle analisi, da un campionatore automatico,
equivale a fare un campione del campione; è evidente che ogni dettaglio deve essere
curato soprattutto se non si eseguono analisi di routine ma si effettua unindagine
ufficiale, come ad esempio, le verifiche da parte delle agenzie per lambiente o enti
di controllo.
Lautorità di controllo che volesse usufruire, per i campionamenti, delle
apparecchiature di proprietà dellutente degli scarichi, non essendo in possesso di
proprie attrezzature, può intervenire, generalmente a sorpresa, sigillando lo strumento
per il periodo limitato al periodo di campionamento, per prevenire manomissioni. Dopo tale
periodo verranno prelevati i campioni che saranno opportunamente messi nei flaconi
ufficiali destinati alle analisie portati in laboratorio secondo le normali procedure.
Il campionatore dovrà poi tornare a disposizione dellutente degli scarichi per le
normali operazioni di autocontrollo.
Spesso si pone poca attenzione alla fase di campionamento e questo lo si nota fin dalla
fase dellacquisto delle attrezzature, ove, nelle specifiche dacquisto, vengono
tralasciati aspetti fondamentali a fare la differenza di qualità o vengono chieste
specifiche assurde. Altre volte si affida la fornitura a chi offre il prezzo più basso
senza valutare le differenze tecniche del materiale scelto.
In generale in molti casi limportante è dimostrare di avere uno strumento per
accontentare le imposizioni ma non ci si
preoccupa molto dellefficienza o efficacia di funzionamento.
Le possibilità generalmente sono due:
Chi scarica in fognatura,
deve essere controllato dalle autorità competenti, per stabilire chi possa scaricare sostanze tossiche
o nocive per l'impianto di depurazione (prevenzione e protezione dell'impianto). Cosi
utilizzato il campionatore ha il solo scopo di fungere da sentinella per identificare la
presenza o meno di sostanze indesiderate.
Chi gestisce la depurazione delle acque generalmente può voler controllare i valori medi
delle acque scaricate, al fine di tariffare l'utente. In questo secondo caso, il
campionatore autosvuotante, può essere un elemento di disturbo alla qualità del campione
che può avere i valori alterati a causa della cattiva conservazione e contaminazione dei
campioni. Valori sospetti potrebbero essere inficiati per il non congruo sistema di
campionamento.
In entrambi i casi sopraccitati, generalmente, i
controlli vengono eseguiti da chi depura le acque (responsabile primo della qualità della
depurazione; es. consorzi di depurazione, gestori di ATO).
In questo caso il rapporto è tra privati e possono essere stabiliti gli accordi tra le
parti a condizione che una di esse non sia penalizzata dai modi di prelievo e
conservazione del campione stesso.
Se vengono
apposti dei sigilli al campionatore per evitare manomissioni, il controllore si assume
lonere della manutenzione.
Chi scarica in acque superficiali:
è autorizzato dagli enti di competenza e normalmente è dotato di impianto di
trattamento e depurazione reflui. I limiti di accettabilità degli scarichi sono riferiti
a valori inferiori a chi scarica in fognatura. Per questo motivo, i campioni, devono
essere prelevati con maggior cura ed attenzione al mantenimento delle caratteristiche
dello scarico originario.
In questo caso, i controlli sullo
scarico, avvengono per mezzo dei tecnici delle ARPA e vedono contrapposti il titolare
degli scarichi e lo Stato Italiano.
Scarichi trovati fuori norma, possono essere sanzionati.
Per la criticità del valore dei campioni e per le basse concentrazioni di analisi, è
bene operare le massime attenzioni per garantire la validità del campione.
Un campionatore autosvuotante deve essere anche autopulente
Bisogna ricordare alcuni punti:
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